sabato 2 novembre 2024

Libera la tua voce!

 

Ricordo che negli anni '70 uscì una canzone del Coro Antoniano di Bologna che recitava così: "Ma che paese straordinario! ‘E il paese dell' incontrario…..dove sia, non si sa!"     E una bimba ripeteva:  " Io lo so, ma non lo dico...."

Quante volte ho pensato alla verità nascosta di questa canzone durante le mie lezioni! Respirazione invertita, posture scorrette, nessuna naturalezza nel leggere ad alta voce, nessuno che sa più gridare, senza poi diventare afono. Molte volte ho notato come i danni peggiori li subiscano i primi della classe, mentre invece i ragazzi che non amano troppo la scuola, ne escano quasi indenni, non avendo forzato più di tanto la propria natura.

Purtroppo è un dato di fatto: l’approcciarsi a bambini e i ragazzi alla stregua di contenitori vuoti in cui infilare nozioni a più non posso, provoca un danno che poi da adulto occorre recuperare.

Nelle scuole dell’antichità, come per esempio quella greca, non si "insegnava", ma si accompagnava il bambino nel riconoscere e prendere consapevolezza di ciò che aveva già a disposizione: l'intelligenza del proprio corpo, la saggezza del proprio intuito, e la perfezione della Natura (Maieutica).

 

 

 Il Maestro si preoccupava di plasmare una “forma mentis” con cui l' essere umano sapesse dare le precedenze, ragionare con senso logico, seguendo contemporaneamente il proprio istinto e intuito.

Oggi purtroppo sembrerebbe che le vere conoscenze vengano quasi tenute nascoste.  Quando per esempio una persona incomincia ad avere una seria problematica di affaticamento vocale, come accade spesso a chiunque usi la voce per motivi professionali, deve incominciare una vera e propria "caccia al tesoro" per poter ritrovare il proprio benessere.

Questo perchè le cattive abitudini sono così usuali nella nostra società che nessuno riconosce nemmeno di averle, fino a quando non si riesce più ad emettere un suono, nemmeno per parlare al telefono con i propri cari. Nessuno sa che la respirazione diaframmatica, con cui nasciamo, viene presto dimenticata nei primi anni della scuola primaria. In nessun piano di studi Universitario viene indicato ai futuri insegnanti  come parlare correttamente in modo da preservare la propria voce; a loro volta questi ultimi non hanno le competenze per insegnare ai bambini a leggere ad alta voce, senza affannarsi, e quindi senza perdere la respirazione naturale . Tutto ciò in un circolo vizioso: lo stress del bambino nel leggere ad alta voce davanti a tutta la classe fa sì che inverta la respirazione, cosa che lo accompagnerà per tutta la vita, a meno che non faccia poi da adulto un corso di rieducazione vocale e respiratoria. 

Il diaframma, muscolo importantissimo, a cui purtroppo la scienza da un’ importanza quasi irrilevante, quando lavora nel modo giusto attua un massaggio rilassante su tutti gli organi interni: stomaco, fegato, intestino ecc. Un diaframma bloccato, d' altra parte, può provocare nel tempo una serie infinita di sintomi: dalla comparsa di noduli alle corde vocali, alla cattiva digestione, problemi intestinali, asma, fino a crisi di ansia.

Ricordiamo qui che, come più volte analizzato nel Metodo "La voce liberata",  la respirazione e la vocalità sono strettamente collegati alla postura: persino una postura scorretta nella zona dell'Atlante, può negli anni portare ad una seria afonia.

La domanda sorge spontanea: perchè non istituire nelle Scuole e nelle Università una materia per prendere consapevolezza di qualcosa di così importante? Perchè arrivare   ad avere patologie quali i noduli alle corde vocali, per cui spesso si consiglia come unica soluzione l' operazione chirurgica?

Oggi sembra si sia quasi dimenticato che il nostro corpo è una macchina perfetta,    che può autoguarirsi. In realtà non serve l'operazione chiurgica se si attua una buona rieducazione vocale: imparando a riconoscere ed evitare quelle abitudini nocive che ci hanno portato ad usurare e invecchiare precocemente la nostra voce, ripetendo giornalmente piccoli e brevi esercizi, le nuove abitudini si assimileranno per cui ci ritroveremo come per magia una voce piu' giovane e finalmente sana.

Un saggio disse che quando si ci rende conto di aver sbagliato strada, l'unica cosa sensata da fare è tornare indietro. Rispolverare le basi su cui poggia il benessere vocale (a cui è strettamente collegato il benessere psicofisico) è quindi il primo passo da farsi, in questo caso.

Dopo di che  occorrerebbe che professionisti con le giuste conoscenze in merito entrino nelle Scuole di ogni ordine e grado e tengano corsi di rieducazione vocale per allievi ed insegnanti, preferibilmente seguendo un Metodo con un preciso protocollo di esercizi .

Il vero lavoro innovativo si terrebbe però nelle scuole primarie, dove si insegnerebbe in un modo diverso, nel rispetto del tempo di ogni singolo alunno. In questo modo si eviterebbe senza ombra di dubbio ciò che abbiamo sottolineato all' inizio, ovvero la perdita della Natura

Ma per riuscire in un progetto così ambizioso e di larghe vedute, è indispensabile fare una graduale, ma costante, inversione di rotta nelle proprie priorità. Occorre prima di tutto smettere di lasciarsi fuorviare e traviare dalla fretta, dall'ansia, dall'ambizione sfrenata. Occorre dare altre precedenze: quelle umanistiche, quelle dei valori condivisi,   il rispetto degli altri ma anche il rispetto di sè stessi.

Come diceva la mia insegnante Yva Barthelemy, ideatrice del Metodo "La voix     libérée": "la vera generosità è di colui che sa proteggere se stesso, prima di tutto".

E la voce, se ci pensate, è qualcosa di troppo importante per non proteggerla.

 

Sara Nastos


giovedì 10 ottobre 2024

Interpretare brani passionali può rovinare una voce?

 


Nell'ambiente dell'Opera Lirica è risaputo da tutti che il repertorio cosiddetto "drammatico" (Verdi, Mascagni, Wagner, per nominare qualche compositore di suddetto genere) è molto più pericoloso per una voce, del repertorio  “leggero o di agilità" (Mozart, Rossini, Handel, musica barocca o operette). Per "pericoloso" si intende che suddetto repertorio può rovinare in poco tempo una voce bella e ben impostata, fino a farla diventare rauca o addirittura ad avere problemi nella voce parlata.

Una prospettiva orribile…. Eppure, questo è capitato a molti giovani cantanti, tra cui la mia insegnante di Tecnica, il soprano francese Yva Barthelemy (colei che in seguito fu ideatrice del metodo "La Voce Liberata"). Ella cantò fin da giovanissima ruoli importanti, anche in Teatri come la Scala e l'Operà di Parigi, senza avere però nel suo bagaglio tecnico tutte le necessarie accortezze per poterli eseguire in completa sicurezza (nonostante ella avesse compiuto gli studi regolarmente al Conservatorio di Parigi!). E cio' purtroppo avvenne a sua totale insaputa.

Questo fatto infierì a tal punto sulla sua voce, fino a non riuscire nemmeno più a parlare al telefono con gli amici! Ella ci raccontò, durante i tanti Masterclass che teneva a Parigi e in Italia, che questa grave perdita non solo le precluse il continuare la carriera artistica che aveva brillantemente intrapreso, ma l’aveva fatta sprofondare in un abisso di silenzio e solitudine insopportabile. 

Per fortuna, in questa situazione dolorosissima, il suo carattere forte prevalse per cui scelse di reagire: incominciò a studiare quindi con grande ardore, sostenuta da celebri medici otorinolaringoiatri e foniatri come Alfred Tomatisse, per capire a fondo il motivo per cui ella avesse perso la voce.

Da questo approfondito e scrupoloso studio che durò la bellezza di 20 anni, ne fuoriuscì questo meraviglioso Metodo didattico (di cui siamo solo in 7 Formatrici abilitate in Italia) chiamato Metodo “ La Voix libereè”, proprio per la sua facoltà di “liberare” le voci .

Vi sono voci che nascono già libere, questo è vero, le cosiddette "voci naturali". Occorre pero' sottolineare che la Natura anche se fa spesso fa bene, non riesce in tutto, per cui occorre una sorta di  "levatrice della voce" per far sì che questa Natura fuoriesca nel modo migliore e in ogni registro.                                   

Inoltre le voci vanno costantemente controllate, soprattutto quando sopravvengono cambiamenti di vita quali una gravidanza o un parto, un lutto, o qualsiasi motivo per cui la voce non risponda come un tempo. Nel mondo del canto vi sono insiedie da tutte le parti, per chi non abbia una buona guida. Una di queste per esempio è l' interpretare brani impegnati, drammatici e passionali .

E qui ritorniamo alla nostra domanda iniziale: ciò può davvero rovinare una voce?....

La risposta è, senza ombra di dubbio, sì. E questo può accadere in qualunque repertorio, non solo in quello lirico. Anzi, nella musica leggera purtroppo questo accade ancor più spesso, proprio per le scarse conoscenze tecniche sulla didattica vocale di tale genere in Italia.    Basti pensare che fino a pochi anni fa il canto pop mancava di regolamenti e linee guida persino nei Conservatori, infatti non ne esisteva nemmeno la cattedra!.

Le cose sono, al contrario, molto diverse in America, dove si possono trovare Metodi vocali pop di grande rilievo, prova ne sono infatti le cantanti americane, uniche al mondo in bravura sia tecnica che interpretativa.

La musica cosiddetta “leggera” è sicuramente chiamata in modo improprio da noi Italiani. Vi sono alcune canzoni del genere pop/ folk (o peggio ancora, rock) che hanno la facoltà di distruggere una voce in soli 6 mesi! In genere sono quelle canzoni che richiedono uno spessore interpretativo maggiore delle semplici canzonette orecchiabili che si usano generalmente per accompagnare le gite o le spiaggiate.

La voce per essere sana ha bisogno del giusto rilassamento e la giusta tonicità, ma è soprattutto il rilassamento il fattore primario per iniziare a studiare canto. Per questo motivo, nei primi anni di studio ben vengano tutte le canzoni morbide, spiritose, frivole o angelicate, che possano favorire questa rilassatezza dei muscoli del collo, del viso, delle spalle e di tutti i muscoli coinvolti nell'atto fonatorio.

Passare da uno stile morbido ad uno piu' forte ed aggressivo, che sia in grado di trasferire al pubblico le mille sfumature del dolore, della rabbia, dello sdegno, fino alla follia del grido disperato, questa è un'operazione molto delicata che va fatta con tutto il riguardo possibile, sempre sotto la scrupolosa supervisione e la guida esperta di un cantante che conosce le insidie nascoste di tale atto ed è capace di trasferire le proprie conoscenze all'allievo.         

Di solito, un giovane cantante che sa già cantare bene brani pop, per poter interpretare in maniera ottimale un primo brano di questo genere, ci impiega come minimo un anno di tempo! Questo perché i muscoli vanno allenati a sostenere un peso maggiore, esattamente come si fa in palestra con i pesi: poco alla volta e con il dovuto riguardo.

Per cui, per un giovane che voglia intraprendere lo studio del canto è bene sapere che la voce va protetta e controllata costantemente , fino a che non abbia completato gli studi, in ogni registro e in ogni tipo di repertorio. Per diventare cantanti di lunga durata è bene sapere infine che si deve seguire coscienziosamente il motto: " Chi va piano, va sano e va lontano".

Sara Nastos